Il Gilet Futurista
Il manifesto La ricostruzione futurista dell’universo
di Balla e Depero del 1915 propone un progetto globale di coinvolgimento di tutta la realtà, ambientale
esensitiva, inneggiando alla totalità delle sensazioni,alla possibilità di scombinare e
combinare diversamente i contrastanti aspetti del reale, per improntarli di cifre
artistiche: il cinema, il teatro, la grafica, gli arredi, il cibo, gli abiti, i gilet,
le personalissime cravatte, nati tutti dallo studio della compenetrazione degli spazi, i maglioni, le scarpe,
i cappelli, perfino la coloratissima scopa “cromatica”ideata da Marinetti, tutto, oltre naturalmente
all’arte e alla letteratura, deve diventare un fatto artistico,una provocazione immaginativa, uno schiaffo
al gusto corrente, deve scandalosamente sedurre, per azzerare il grigio, il plumbeo, il pesantemente
noioso e malinconico del conservatorismo corrente.Tra gli accessori, di produzione sempre artigianale,trionfano i gilet, fatti di
assemblages di panni colorati,ideati da Depero e indossati sotto abiti comuni
da molti futuristi, che hanno, comunque, una loro matrice nel folklorismo di certi costumi popolari, purse rivisitato con un tocco di sofisticato
snobismo. Marinetti, dita nei taschini, ne sfoggia alcuni e così Depero e Jannelli, Balla e Rizzo, che se
ne costruiscono per sé uno ciascuno: Balla in tessuto di lana, Rizzo sovrapponendo pezzetti di panni
colorati sull’impianto nero. Vivace, imprevedibile, scandalistico, nelle forme,
ne i tessuti, nei colori, il gilet ha in sé una carica di provocazione sociale, ma anche di auto-rappresentazione individuale, una riproposizione
di sé da parte dell’artista, che propaganda con più liberi comportamenti un “nuovo rapporto con la realtà
e con la materia, utilizzata nella sua intrinseca forza dinamica e cromatica”. Rizzo suscitava risse
alla Birreria Italia di Palermo, quando appariva sfoggiando il suo incredibile panciotto.
Marinetti sbalordì sempre a Palermo i commessi di un raffinato atelier di moda maschile, entrandovi con
un gilet che aveva due mani aperte di stoffa, che sembravano vere, sul davanti. Depero, che faceva“cantare” gli arazzi e “nuotare” i tappeti,
aveva anche animato i panni. intramandoli fra loro con il suo straordinario immaginario e il suo
vivacissimo ensemble cromatico.
Anna Maria Ruta
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